Il disco in vinile, noto anche come microsolco o semplicemente disco o vinile, è un supporto per la memorizzazione analogica di segnali sonori nato nel 1948 negli Stati Uniti d’America come evoluzione del precedente disco a 78 giri.
Oggi il termine vinile viene spesso usato per indicare in particolar modo gli LP (dischi da 30 cm che ruotano a 33⅓ giri al minuto).
Come il suo antenato, il vinile è una piastra circolare che presenta su entrambe le facce un solco a spirale (inciso a partire dal bordo esterno) in cui è codificata in modo analogico la registrazione dei suoni.
Fino agli anni settanta il vinile è stato il supporto più diffuso per la riproduzione audio di materiale pre-registrato, ma la sua preminenza è stata insidiata negli anni ottanta dalle musicassette e all’inizio degli anni novanta il vinile ha ceduto definitivamente il passo al compact-disc (CD audio).
La produzione su larga scala di dischi in vinile è praticamente cessata nei primi anni novanta, tuttavia dalla seconda metà degli anni duemila il vinile è tornato di moda come prodotto di nicchia anche in Italia e sono molti gli artisti che stampano i loro lavori anche su vinile.
Il vinile affascina due diversi tipi di target: i più anziani che lo ricordano con affetto e magari posseggono ancora un giradischi d’epoca, e all’opposto i più giovani a cui piace avere in mano una copia fisica del disco e ammirarne la copertina.
Il 45 giri o 7 è un disco in vinile che veniva utilizzato per la distribuzione
di singoli o di EP e ritornato in auge in questi anni.
Il 33 giri è il formato standard di disco in vinile
sul quale vengono incisi gli album discografici.